la storia di cornello

A quel tempo la frazione di maggiore interesse era Cornello che, attraversato dall’antica Via Mercatorum, per molti secoli ospitò attività e traffici commerciali fungendo da snodo ideale di viabilità tra la città di Bergamo, la Val Brembana e la Valtellina.

Il Cornello ha legato la sua storia al nome della famiglia Tasso, originaria del borgo, conosciuta in tutto il mondo per l’opera letteraria di Torquato Tasso e per l’abilità imprenditoriale di alcuni esponenti che fondarono e detennero per secoli il monopolio del servizio postale europeo.

Il nome di Cornello appare per la prima volta in una pergamena del 1309, dove viene citato Ruggero Tasso, figlio di Omodeo Tasso, capostipite della famiglia Tasso.

Infatti, Cornello diede i natali alla famiglia Tasso che costruì un impero commerciale che raggiunse i vertici del sistema finanziario europeo.

È proprio in questo periodo medievale che Cornello fu il centro d’importanti traffici commerciali che passavano per la nota Via Mercatorum, un tracciato di strade che mettevano in comunicazione la Val Seriana e la Val Brembana

Non si conosce molto della vita medievale di Cornello: certo è che il borgo deteneva l’unico mercato della Valle Brembana sotto il porticato della Via Mercatorum: il mercato fu per secoli un’importante fonte di sostentamento per Cornello. Più volte la settimana vi confluivano i produttori delle contrade per vendere i loro prodotti, era luogo di sosta per i viaggiatori, i mercanti si recavano per scambiare le merci, rifocillarsi e dormire.

Oltre al commercio il paese trovava sostentamento grazie alla zootecnia e all’agricoltura: erano presenti anche alcuni mulini e impianti per la lavorazione della lana.

La vita di Camerata rimase immutata fino all’arrivo delle truppe napoleoniche a Bergamo: fu quindi durante l’Ottocento che, con la dominazione francese poi austriaca e infine con il Regno d’Italia, si imposero notevoli difficoltà economiche e sociali, causate dalle frequenti epidemie e la carenza di lavoro. Queste difficoltà costrinsero buona parte della popolazione di Camerata a spostarsi in cerca di lavoro: condizione che perdurò fino alla prima metà del Novecento.

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